Inquinamento Elettromagnetico e 5G

Inquinamento Elettromagnetico e 5G

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Interviene l’Esperto: il Dott. Achille Sacchi – I PARTE

Nel corso della nostra Conferenza “WI-FI/5G sempre più veloce, salute sempre più lenta”, tenutasi a Treviso lo scorso 9 Ottobre (per cui vi rimandiamo all’articolo di Salute Plus Anno 6 n° 3 dedicato all’intervento della Dott.ssa Belpoggi), abbiamo avuto il piacere di ospitare in qualità di Relatore il Dott. Achille Sacchi, laureato in Geologia e, autore del libro “Inquinamento invisibile: capire, individuare, evitare il caos elettromagnetico dell’era moderna”.

Sulla scia di questo filone che negli ultimi mesi del 2019 ci ha visti impegnati ad un costante approfondimento, diamo spazio oggi proprio al Dott. Sacchi che, in qualità di grande esperto in materia, argomenterà per noi la tematica dell’Inquinamento Elettromagnetico anche in relazione alla nuova tecnologia del 5G.

 

Buongiorno Dottore, può darci innanzitutto qualche indicazione rispetto agli strumenti di protezione e tutela di cui possiamo avvalerci nella vita di tutti i giorni per far fronte all’inquinamento elettromagnetico?

Ritengo che la prevenzione sia una misura importante per proteggerci dai possibili danni scaturiti in relazione a questo fenomeno. Va però detto che sia riduttivo pensare di poterci difendere attraverso sistemi “scherma tutto”, la cui efficacia è davvero opinabile e, per cui non abbiamo certificazioni o test attendibili che ne confermino la validità. Sarebbe erroneo pensare che ci sia un “antidoto” contro i campi elettromagnetici mentre è molto più utile, a mio avviso, imparare a riconoscere le fonti inquinanti e, ove possibile, eliminarle o ridurle.

Com’è possibile riconoscere queste fonti dannose per il nostro organismo?

Siamo ad oggi in presenza di un inquinamento elettromagnetico sia all’esterno che all’interno dei nostri edifici, va fatta quindi una distinzione sulle tipologie dei campi ma, in linea di massima possiamo dire che in casa, ad esempio, un campanello d’allarme si manifesta in relazione ai dispositivi ad alta frequenza, come i modem wi-fi, che spesso restano attivi h24 o, ancor peggio, dai cordless.

Questi ultimi, infatti, vengono progettati con una tecnologia che, per far si che funzionino, deve oltrepassare molto bene le pareti. L’ideale, quindi, sarebbe eliminarli del tutto ma, ove la cosa non sia possibile, dovremmo acquistarne di tipologia “intelligente”, che siano in grado quindi di spegnere la base di caricamento in automatico ogni qualvolta si concluda una conversazione telefonica. In questo modo, saremmo certi di irradiarci solo nel momento in cui siamo intenti ad utilizzare il cordless diminuendo così notevolmente il tempo di esposizione.

Per quanto concerne il modem wi-fi invece, io consiglio senza dubbio di spegnerlo durante la notte e di riaccenderlo alla mattina o, al momento del bisogno.

Essenziale è che questi dispositivi non siano tenuti in camera da letto, area della casa che, vedremo poi, quanto più di tutte vada preservata dalle aggressioni elettromagnetiche.

Ritengo inoltre di dover segnalare gli eventuali rischi derivanti da apparecchiature quali: la lampada che di norma teniamo sul comodino, da cui dovremmo adottare una distanza di sicurezza di almeno 70 cm, la radiosveglia, che andrebbe tolta in favore di una comune sveglia a batterie.

Queste, come molte altre, sono delle piccole fonti di inquinamento elettromagnetico che andrebbero monitorate in casa.

Cosa può dirci, invece, rispetto agli smartphone?

Questo dispositivo ad oggi ha quattro funzioni wi-fi: la rete dati con cui normalmente accediamo alla connessione (detta anche rete cellulare), il wi-fi che ci allaccia al modem, il bluetooth utile per interfacciarsi con altri dispositivi e, la funzione tethering o, hotspot che dir si voglia, che consente la connessione tramite lo smartphone da altri dispositivi.

Queste funzioni wi-fi andrebbero attivate solo nel momento dell’utilizzo.

E’ fondamentale invece, che siano spente quando andiamo a dormire: la camera da letto, da questo punto di vista, diviene la stanza più importante della casa. Nella fase del riposo, infatti, il nostro sistema immunitario lavora maggiormente che durante la veglia, è logico quindi che vada evitata qualsiasi aggressione esterna al fine di scongiurare dei malfunzionamenti, causa di ripercussioni davvero spiacevoli per la nostra salute.

Qualora fossimo impossibilitati a spegnere il telefono consiglio comunque di non tenerlo in modalità aerea, la quale inibirebbe anche la possibilità di ricevere chiamate ma, altresì, di tenerlo acceso per le emergenze disattivando contestualmente le funzioni wi-fi.

 

Quali, fra le funzioni sopracitate, è potenzialmente più dannosa per il nostro corpo? Mettiamo a paragone, ad esempio, il bluetooth con la rete dati.

Il bluetooth viene utilizzato per la connessione con dispositivi che sono ad una distanza ravvicinata, pensiamo ad esempio agli auricolari, la potenza in questo caso non è elevata poiché deve coprire un raggio di qualche metro.

La connessione dati invece, in misura maggiore quando ci troviamo ad una certa distanza dal ripetitore, è notoriamente molto più pericolosa per il nostro organismo.

Mi rendo conto che in certi casi siamo costretti ad utilizzarla, penso alla necessità di connettersi in aree all’aperto, ma sarebbe sempre preferibile utilizzare un modem wi-fi che ha, invece, una tecnologia a bassa emissione.

Qualora si potesse, la cosa migliore sarebbe sempre quella di optare per una connessione via cavo, adsl o fibra che sia, poiché parliamo in questo caso di tecnologie a zero emissioni.

Per quanto riguarda la fibra, purtroppo, le possibilità sono di gran lunga inferiori, in quanto ad oggi sono poche le città cablate.

Sappiamo inoltre che, in alcuni casi, i cavi della fibra arrivano fino a qualche km dalle case per poi essere sostituiti con quelli in rame.

Oltre al fatto che questo abbinamento spesso da dei problemi, con evidenti ripercussioni sulla velocità di connessione, è risaputo che le linee di rame tendano ad ossidarsi e che, per rimpiazzarle ci siano dei costi molto elevati, questa è la motivazione per cui saremo sempre più orientati verso una modalità wireless. Va detto infine che, gli investimenti che si faranno in futuro per l’implementazione di reti in fibra ottica saranno per la maggior parte ad appannaggio delle nuove antenne 5G e, da lì, verrà tutto irradiato in modalità wireless.

 

Diamo quindi cenno alla tematica del 5G che avremo modo di approfondire, sempre grazie al suo intervento prezioso, nel nostro prossimo numero di Salute Plus.

5G: bassa emissione ma alta frequenza di antenne. Può dirci qualcosa in più?

Parliamo, purtroppo, di una tecnologia su cui ad oggi non abbiamo ancora una panoramica chiara. Quello che posso dirvi è che, per il suo utilizzo verranno impiegate tre tipi di frequenze: una molto bassa di 700 MHz, quella del digitale, la medesima si sposterà poi verso altre frequenze, i 3,7 GHz che è praticamente sopra le frequenze utilizzate dal 4G e poi, quella che verrà sperimentata un pò più avanti, ovvero i 26 GHz, a frequenze molto elevate.

Questa tendenza ad aumentare la frequenza sarà dovuta al fatto che, più questa è alta, più la trasmissione dei dati è performante.

La tecnologia del 5G implica inoltre un cambio di rotta rispetto alla costruzione e, alla disposizione delle antenne: considerato infatti che le alte frequenze vengono maggiormente schermate da muri, foglie, alberi o, anche dal semplice passaggio di una persona, si renderà necessaria una diffusione dei ripetitori molto capillare. Non più quindi poche antenne di grandi dimensioni ma, tantissime micro antenne disseminate su tutto il territorio.

Gli investitori del 5G affermano a tal proposito che, le emissione date da tale tecnologia saranno mediamente ridotte rispetto a quelle attuali ma, dimenticano di spiegare che, diversamente da quanto accade oggi, saremo costantemente colpiti dai raggi elettromagnetici.

Attualmente, infatti, è il dispositivo ad agganciarsi all’una o all’altra cella a seconda della posizione in cui si trova, mentre con questo nuovo sistema saranno le antenne stesse a riconoscere i dispositivi, li mireranno, colpendoli con delle microonde che li seguiranno finchè gli stessi non saranno fuori portata. Ciò significa che saremo irradiati direttamente da questi raggi concentrati a 26 GHz, non solo noi, ma anche tutte le persone attorno a noi che abbiano uno smartphone, pensate quindi a quanto possa essere invasiva questa nuova tecnologia e, alla potenza delle onde elettromagnetiche da cui saremo investiti.

Questa è dunque la motivazione per cui, a mio avviso, dovrebbero essere fatti degli studi accurati in materia, atti a discriminare con certezza le possibili ripercussioni sulla nostra salute date da questa nuova tecnologia.

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