Dare spazio alle proteine vegetali è una scelta intelligente, soprattutto in menopausa quando bisogna prendersi particolarmente cura del proprio corpo e stare in guardia da alcuni fattori di rischio cardiovascolare, come il colesterolo.
Quest’ultimo, infatti, può essere di origine endogena, cioè derivante dal nostro corpo, o esogena, cioè dovuta al contenuto di colesterolo presente negli alimenti.
Proteine vegetali: perché consumarle
Consumare abitualmente legumi vegetali non presenta particolari controindicazioni. Per le altre fonti proteiche animali, al contrario, le linee guida prevedono delle frequenze massime di riferimento: pesce tre o quattro volte alla settimana, carne due o tre volte, formaggi una o due.
Via libera, dunque, dunque a lenticchie, fagioli, ceci, piselli, edamame, lupini e derivati della soia. Poco importa se sono freschi, secchi o in scatola: le proprietà, infatti, restano le stesse.
Soia e derivati
La soia può essere assunta sotto innumerevoli forme, dai semplici fagioli di soia fino ai derivati come tofu, tempeh, burger vegetali, yogurt e bevande varie.
Può essere consumata quotidianamente, da 3 a 5 porzioni al giorno.
Verdure e spirulina
Un quantitativo di proteine – seppur inferiore – è presente soprattutto in verdure verdi come rucola, broccoli e cavolo nero (che sono consigliabili anche per il loro buon apporto di calcio e acido folico). Proprio il calcio, tuttavia, è uno dei micronutrienti a cui prestare più attenzione in menopausa, insieme a vitamina D e vitamina B12.
Una menzione speciale spetta, infine, alla spirulina, un’alga dal caratteristico colore blu intenso che da qualche anno è considerata il superfood per antonomasia. Il suo apporto proteico, infatti, è fenomenale: 57 grammi su 100 (rispetto, ad esempio, ai 31 di un petto di pollo).