La moxa (o moxibustione o moxaterapia) è una tecnica orientale millenaria non invasiva dalle innumerevoli proprietà benefiche.
Parliamo di una pratica che utilizza la pianta di artemisia per alleviare dolori muscolari e articolari, contratture, difficoltà digestive ed eventuali blocchi articolari.
Moxa: le origini
La moxibustione ha origine cinese, ma di fatto il termine deriva dal giapponese “moe” (bruciare) e “kusa” (erba) e letteralmente vuol dire “erba che brucia”. Il nome, dunque, si riferisce all’artemisia (nota anche come erba di San Giovanni) che- utilizzata sotto diverse forme- mediante il contatto diretto con il calore diventa un vero toccasana per l’organismo.
Questa pratica è stata importata in Occidente nel 1700, ma in Cina alcune testimonianze risalgono addirittura al II e I secolo a.C. In alcuni ritrovamenti archeologici, infatti, sono state rinvenute tracce di ramoscelli e foglie secche, carbone di legna, zolfo o bastoncini di avorio che venivano utilizzati a questo scopo.
Tutti i benefici
La moxaterapia si praticata utilizzando dei particolari bastoncini di artemisia (sigari) o dei coni specifici, a seconda della zona da trattare e del risultato che si vuole ottenere.
Questa pratica è indicata per lenire contratture muscolari, tensioni al collo o alle spalle, particolari blocchi digestivi e infiammazioni legate a liquidi trattenuti. Tuttavia, per un risultato ottimale, la moxa deve essere effettuata da un professionista e richiede una certa costanza.
I sintomi, infatti, si riducono gradualmente ed è fondamentale agire contestualmente anche sulla causa scatenante che li ha determinati. Per ottenere benefici duraturi, la moxibustione deve essere applicata in specifici punti di agopuntura e lungo il percorso dei meridiani, trattando al tempo stesso anche la parte interessata dal disturbo.
Le tecniche utilizzate possono essere diverse: il terapeuta può passare il sigaro in movimento effettuando cerchi o linee, oppure può applicare direttamente i coni su una parte specifica.