Ginseng siberiano: proprietà e controindicazioni

Ginseng siberiano: proprietà e controindicazioni

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Il ginseng siberiano o eleuterococco (il cui nome scientifico è Eleuterococcus senticosus) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Araliaceae. Indicato per stimolare il metabolismo, è un ottimo anti-stress naturale che aiuta ad incrementare la resistenza fisica e mentale.

Originario della Cina, della Mongolia e della Siberia, l’eleuterococco cresce spontaneamente anche in Corea del Sud, Giappone e Russia.

Ginseng siberiano: cos’è e quali sono le proprietà benefiche

L’eleuterococco è noto anche come ciwuja, ginseng delle donne o ginseng siberiano, ma di fatto esso non rappresenta nessuna varietà di ginseng. I principi attivi (eleuterosidi) si concentrano principalmente nelle radici e l’arbusto è spinoso con foglie palmate.

Questa pianta è un vero toccasana per l’organismo: ha proprietà toniche, afrodisiache e adattogene e aiuta a migliorare la resistenza. Inoltre, è un immunomodulante naturale che contribuisce a rinforzare l’attività dei globuli bianchi.

Senza dimenticare che ottimizza ed equilibra le secrezioni ormonali, stimolando le ghiandole surrenali e sessuali e migliorando anche la circolazione sanguigna.

I possibili utilizzi e le controindicazioni

Assumere degli estratti di radice dell’eleuterococco è particolarmente indicata in caso di forte stress o sovraffaticamento fisico, ma anche a seguito di un intervento chirurgico o in convalescenza. Parliamo di un rimedio naturale che risulta ottimale anche se si soffre di ipotensione, astenia, depressione, sindrome premestruale o calo della libido.

Ma non è tutto: il ginseng siberiano favorisce l’incremento dei linfociti T e la sintesi proteica, rinforza il sistema immunitario e la concentrazione, mitiga gli stati ansiosi e aiuta a prevenire le malattie infettive e le forme influenzali.

Le controindicazioni di questa pianta sono tendenzialmente minime, tuttavia è sconsigliato eccedere con le quantità o optare per una somministrazione prolungata. Un abuso di tale radice, infatti, può comportare insonnia, irritabilità, eccitazione e tachicardia.

 

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