Riflessologia Corporea Emozionale – Introduzione alle Emozioni

Riflessologia Corporea Emozionale – Introduzione alle Emozioni

- in Medicina Complementare
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Possiamo senza dubbio affermare che le emozioni hanno un ruolo fondamentale nella nostra vita, è d’accordo?

Assolutamente si. Esse non solo servono a guidarci e a difenderci ma determinano anche i nostri comportamenti. Le emozioni sono sostanzialmente risposte innate ed involontarie che scaturiscono dagli stimoli generati sia a livello del sistema nervoso che di quello neurofisiologico.

Attraverso di esse noi comunichiamo agli altri come ci sentiamo, di che umore siamo. Il nostro stato d’animo traspare dal tono della voce che usiamo, dall’espressione del nostro volto e dalle nostre gestualità.

 

 

Quali sono le emozioni istintuali di un essere umano. Può elencarcele?

Innanzitutto dobbiamo fare una distinzione tra le diverse tipologie di emozioni, in questa sede vorrei parlarvi di quelle “primarie”, presenti in tutti i mammiferi, le quali a loro volta si mescolano per originare le emozioni più complesse, dette anche “secondarie”.

Esse sono:

  • Rabbia, segnala i torti subiti e le ingiustizie e, ci aiuta a rivendicare i nostri diritti
  • Gioia, segnala la felicità della convivialità e della risata e ci aiuta nella sdrammatizzazione
  • Riflessione, segnala i tormenti che affollano la nostra mente e ci aiuta a non procrastinare nelle nostre richieste aiuto
  • Tristezza, segnala la nostra solitudine e gli abbandoni e ci aiuta ad elaborare queste esperienze “entrando” dentro di noi in silenzio
  • Paura, essa è responsabile non solo di malesseri interiori ma anche di disagi fisici. In questo frangeste storico e sociale credo sia essenziale soffermarci nell’analisi di questa emozione primaria.

 

Approfondiamo l’argomento. Come si riconosce la Paura?

La paura è uno stato di intensità emotiva che si manifesta con il timore, l’inquietudine, l’apprensione, l’ansia, l’allarmismo, la confusione mentale fino a sfociare nel terrore e nel vero e proprio panico. In uno stato di paura il nostro battito accellera e la sudorazione aumenta.

La funzione positiva di questa emozione è senza dubbio quella di segnalare un pericolo e, quindi, di metterci in guardia. Il vero problema sorge quando il sentimento di paura ci viene indotto dall’esterno: questo succede quando percepiamo pericoli ovunque, quando delle situazioni di forte stress, eccessivo e prolungato, ci fanno vivere in un continuo stato di allerta, a quel punto diveniamo soggetti costantemente alla paura fino ad esserne in balia.

Per la legge dei 5 elementi la paura è collegata all’elemento Acqua, il quale raggruppa il rene e la vescica, quest’ultima, sede della volontà, della stabilità, della fiducia in noi stessi e del proprio valore.

La funzione dei reni invece è quella di mantenere le nostre riserve energetiche, essi sono sostanzialmente un pozzo dove andiamo ad attingere nei momenti più difficili.

 

Ci spieghi meglio. Qual è il meccanismo chimico che si scatena quando la paura ci assale?

Dobbiamo innanzitutto dire che i reni, a livello fisiologico, regolano i liquidi corporei e gli ormoni, nel momento del pericolo le ghiandole surrenali producono adrenalina e cortisolo preparando il corpo ad una reazione.

Quando però lo stato di allerta diventa una condizione abituale, la produzione del cortisolo aumenta provocando infiammazioni ai tessuti e, di conseguenza, l’abbassamento delle difese immunitarie, questo determina dunque il progressivo e inesorabile esaurimento di questa energia.

Le ghiandole surrenali sono molto importanti per il nostro equilibrio psicofisico, esse producono gli ormoni sovracitati, dandoci la volontà per superare eventi avversi, aiutandoci ad andare avanti e ad avere fiducia nel nostro futuro.

Mi piace immaginare i reni come due fari che ci indicano la via mentre, le surreni, come ghiandole della luce, poiché ci mostrano lo spiraglio di luce in fondo al tunnel in quelle che ci appaiono come situazioni davvero gravose e complicate.

 

Come vengono stimolate queste ghiandole nella riflessologia del MLTC?

Nel Metodo Lucia Torri Cianci, che applico da oltre 30 anni, decodifichiamo il linguaggio di ogni zona del corpo attraverso mappe connesse ad organi e visceri al fine di far comprendere al soggetto interessato i suoi malesseri emotivi così da poterli risolvere o quantomeno alleviare.

La mia pratica consiste quindi nell’effettuazione di una digitopressione sul piede nella zona deputata ai reni oppure, nella manipolazione del corpo nei punti collegati alle surreni  con un massaggio appropriato.

 

Emiliana Bernardi

emiliana bernardi Riflessologa MassaggiatriceRiflessologa e massaggiatrice olistica MLTC.

Follina (TV)

Telefono: 348 3235766

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