Il cordone ombelicale

Il cordone ombelicale

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Il cordone ombelicale è un “filo” di vasi che durante la gravidanza garantisce il passaggio delle sostanze nutritive e di rifiuto dalla mamma al bambino e viceversa. In media è lungo 50 cm ed è composto da due vene ( attraverso le quali il sangue ricco di ossigeno e sostanze di sostentamento viaggiano in direzione mamma—->bambino) e un arteria (attraverso la quale le sostanze di scarto e l’anidride carbonica viaggiano in senso bambino—>mamma). Tali vasi per non collassare e mantenersi protetti durante i movimenti fetali e al momento del parto sono avvolti da una sostanza densa e scivolosa detta “gelatina di warthon”.

Quando al momento del parto è stato espulso il corpo del neonato, questo rimane ancorato all’utero materno tramite il cordone ombelicale che potremmo associare a una sorta di “ guinzaglio”. Il cordone non è direttamente adeso all’utero in realtà, ma diparte dalla placenta. Il neonato quindi può trovarsi già sul petto della madre o tra le sue braccia nonostante il cordone lo leghi ancora alla sua “casetta” uterina. In questi pochi minuti avviene un fenomeno molto importante che è quello della trasfusione placentare: il sangue refluo dalla placenta migra verso il bambino tramite il cordone, sangue di fondamentale importanza poiché contenente CELLULE STAMINALI. Tali cellule dette totipotenti, sono in grado di differenziarsi nelle cellule del tessuto di cui faranno parte; oltre alle cellule staminali migrano tutte le componenti sanguigne (globuli rossi, leucociti, piastrine) necessarie al neonato affinchè possa affrontare il più serenamente possibile il nuovo equilibrio circolatorio e pressorio che gli spetta sin dal momento in cui emette il primo vagito. Le linee guida suggeriscono a tal proposito che il taglio del cordone ombelicale avvenga dopo il primo minuto di vita , se le condizioni del neonato alla nascita lo permettono, e, meglio ancora tra il primo e il terzo minuto di vita per garantire un maggior apporto di emoglobina neonatale, buona riserva di ferro a 3-6 mesi e maggior peso alla nascita.

Se il taglio del cordone ombelicale avviene prima dei 60 secondi dalla nascita si parla di clampaggio precoce del cordone, se avviene entro i 3-5 minuti o nel momento in cui il cordone ha terminato di pulsare si parla di clampaggio tardivo del cordone.

Esiste un ulteriore modalità rispetto alla gestione del cordone ombelicale chiamata LOTUS BIRTH. Essa consiste nel mantenimento di placenta e annessi fetali dopo il secondamento (ultima fase del parto dopo l’espulsione del feto  in cui avviene l’espulsione della placenta). Tale conservazione nasce dall’idea di un’infermiera californiana che nel 1974 volle questo tipo di trattamento per la nascita del figlio in quanto, assistendo ad altri parti era in grado di vedere “ l’aura” e leggere quindi il dolore dei neonati ai quali era stato reciso il cordone.

Il parto Lotus  prevede che la separazione del neonato dalla placenta avvenga naturalmente generalmente tra i 3 e i 10 giorni, quando il cordone si secca e si distacca spontaneamente dall’ombelico. In questo periodo la placenta, trasportata sempre con il neonato, viene conservata in un sacchetto o in una bacinella e a volte viene cosparsa con sale grosso per favorirne l’essiccamento e con qualche goccia di olio profumato per mascherarne gli odori. I fautori di questa pratica ritengono che con la Lotus birth il distacco avviene quando bambino e placenta hanno concluso il loro rapporto e decidono sia giunto il momento della separazione, considerandolo un modo più dolce, sensibile e rispettoso per entrare nella vita. Alcuni importanti ospedali italiani, ai quali era stata fatta richiesta di praticare Lotus Birth in questi ultimi mesi, hanno ritenuto che questa procedura non può essere praticata perché non consente il rispetto delle norme igienico-sanitarie vigenti e perché il rischio infettivo è reale. Inoltre la SIN (società italiana neonatalogia) ricorda che la placenta non può essere portata al di fuori dall’ospedale in quanto rifiuto speciale che, come tale, va smaltito secondo la normativa vigente (Decreto Legge 152/2006; GSA igiene urbana N.3/2012; DPR 254, luglio 2003).

LA PSICOLOGIA DEL TAGLIO DEL CORDONE OMBELICALE

Il taglio del cordone ombelicale è un momento simbolicamente fondamentale per il padre che può interrompere quella simbiosi madre-bambino durata 9 mesi e da cui si sentiva inevitabilmente escluso. Questo taglio simbolico dà il via ad una nuova fase della vita del piccolo dove il padre è parte attiva e non più passiva. La responsabilità della sua crescita e sviluppo passano anche attraverso il padre che si sente, così, investito di poteri che non possedeva durante il periodo della gravidanza. Resta, comunque, la consapevolezza che la simbiosi madre-bambino è difficile da sciogliere e non sarà di sicuro il taglio del cordone ombelicale a sancire la separazione e l’allontanamento della coppia mamma-bambino. Non sarebbe nemmeno possibile visto che il bambino, appena nato, ha bisogno di ritrovare la sicurezza e il calore di chi riconosce già. Si deve  prendere atto che la gestazione umana dura 9 mesi solo per limiti di spazio corporeo materno ma che dovrebbe in realtà proseguire sino al diciottesimo mese. La gravidanza è un po’ come una storia d’amore tra la mamma e il suo bambino che continua e si alimenta sempre di più anche dopo la nascita evolvendosi in un amore più completo e appagante dove entrambi gli innamorati si trovano nella stessa dimensione: quella reale.

Il padre si inserisce in questa coppia amorosa per introdurre il bambino nel mondo reale, un mondo non più fatto solo del rapporto con la mamma, ma ricco di altre relazioni che lo faranno crescere e diventare adulto. E’ proprio in questa introduzione al mondo reale e non più simbiotico, che il padre svolge un ruolo fondamentale e la registrazione del bambino all’anagrafe sancisce proprio questo momento. Non so se avete presente il film di animazione “Il Re Leone”, quando il re leone mostra al suo popolo, il neonato leoncino Simba. Una scena molto famosa dove, su un alto ripiano, la scimmia consigliera del re alza il leoncino appena nato e lo mostra al mondo. Diciamo che, metaforicamente, è ciò che fa un padre quando presenta al mondo intero il suo bambino. Lo dichiara nato e lo presenta allo Stato nel quale la famiglia vive in una dichiarazione legale che sancisce l’ingresso in società del bambino. Il papà viene investito di questo ruolo, è un vero e proprio tramite tra la madre e il mondo esterno, tra l’idillio della simbiosi madre-bambino suggellata dall’allattamento al seno e il primo passo del bambino verso la scoperta del mondo.

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