Carenza di vitamina D: cosa fare?

Carenza di vitamina D: cosa fare?

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La fonte maggiore, nonché l’unica, di vitamina D non è tanto l’alimentazione quanto l’esposizione ai raggi solari. Sarebbe buona norma esporsi alla luce del sole tutti i giorni per un’ora/un’ora e mezza, ma ciò è praticamente impossibile, non fosse per la mancanza di tempo, per la variabilità delle condizioni meteo.

La carenza di vitamina D è dilagante, soprattutto alle nostre latitudini. La cosa migliore per è fare gli esami del sangue e, se in base al risultato delle analisi si risulta in carenza di vitamina D, iniziare a prendere degli integratori. Il mercato offre ampia scelta a riguardo, e il nostro consiglio è quello di non accontentarsi degli integratori di base, di origine animale, di produzione chimica e modificati a livello farmaceutico (molto pesanti per il fegato), ma di prediligere quelli di origine naturale.

Negli integratori la vitamina D può essere presente in due diverse forme, la D2 (ergocalciferolo, di origine fungina e vegetale) e la D3 (colecalciferolo, di origine animale). Indipendentemente dall’origine, per divenire biologicamente attiva, la vitamina D deve subire una doppia idrossilazione, a livello epatico prima e renale poi. Una volta attivata, si comporta quindi come un vero e proprio ormone, agendo soprattutto a livello intestinale per esaltare l’assorbimento attivo del calcio alimentare.

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