Oli essenziali e Sistema Immunitario

Oli essenziali e Sistema Immunitario

Interviene l’Esperta: Emanuela Grazian

Emanuela Grazian, esperta e distillatrice di oli essenziali, ci spiega come i medesimi possano esserci utili a rafforzare il nostro Sistema Immunitario, in modo da preservare la nostra Salute, fisica e mentale, nel particolare periodo storico che ci vede alle prese con la pandemia mondiale del Covid-19.

L’emergenza del virus ha fermato il paese e sollevato un intenso dibattito su come difendersi da una tale minaccia alla nostra salute. In questo quadro, come si inseriscono gli oli essenziali e che tipo di aiuto possono dare?

Gli oli essenziali possono fornire un prezioso aiuto perché lavorano sul terreno dell’organismo, rinforzandolo e trasformandolo a vari livelli. Bechamp, Jean Valnet e molti altri medici dicevano: “il microbo non è nulla, il terreno tutto”. Non basta infatti che “un microbo penetri nell’organismo per provocare un’infezione ma servono altre condizioni, tra cui la maggiore o minore resistenza dell’organismo, che è appunto il terreno”(Prof. Azaloux).  Per capire l’aiuto che gli oli essenziali possono darci, dobbiamo fare un parallelismo con quello che essi fanno nella pianta.

 Può spiegarci meglio questo concetto?

Gli oli essenziali presenti nelle piante ne attraversano i tessuti e le pareti cellulari, trasportando nutrienti e prodotti di scarto. In egual misura nel nostro corpo, portano ossigeno alle cellule e ripuliscono i nostri recettori cellulari da farmaci, derivati del petrolio e altre sostanze che alterano la comunicazione intercellulare. Chelano, cioè legano favorendone l’eliminazione, metalli pesanti e tossine, aiutando a ripulire gli organi (fegato, colon, polmoni…). Ciò aumenta la nostra capacità di assorbire vitamine e nutrienti e ripulirci degli scarti che, accumulandosi, possono sviluppare infiammazione: una tra le prime cause di malattia e malessere.

Gli oli essenziali agiscono in noi come neurotrasmettitori che assistono le nostre funzioni vitali e aiutano a restaurare o mantenere il benessere. Dotati di un’intelligenza omeostatica che manca ai farmaci, in quanto lavorano verso l’equilibrio delle funzioni generali del corpo, molti sono “adattogeni”, modulano quindi la loro azione a seconda delle esigenze del nostro organismo. Ad esempio l’olio essenziale di origano (Origanum vulgare) uccide i germi patogeni proteggendo la flora endogena. La lavanda, invece, riequilibra la pressione, in un senso e nell’altro.

Sono inoltre degli antisettici ad ampio spettro e, alcuni, si mostrano più efficaci in questa azione. Tra i più potenti oli essenziali antivirali, ad esempio, ci sono il Niaouli, il Tea Tree, entrambi appartenenti al genere delle Malaleuche, e il Ravintsara, parente del nostro alloro. A differenza degli antibiotici, i suddetti non creano immunoresistenza e sono in grado di intervenire sui patogeni senza alterare la nostra flora batterica (microbiota), aumentano infine il PH dell’organismo, creando una auspicabile situazione di salutare alcalinità.

Gli oli essenziali, così come proteggono la pianta dalle infezioni, accelerano nell’uomo il processo di guarigione svolgendo anche molte altre funzioni, oltre a quella di avere un grande impatto sul nostro olfatto e, attraverso questo, sulle nostre memorie, ricordi e stati d’animo.

 Come esplicano queste funzioni?

Gli oli essenziali, come già accennato nel precedente articolo sono molecole leggere, piccole e volatili, estratte dalle piante principalmente per distillazione in corrente di vapore. Entrano nel nostro corpo attraverso il naso o altre vie (mucose se ingeriti o, pelle e derma, se massaggiati) confluendo nel torrente circolatorio e in tutti gli organi. Ogni loro molecola ci apporta beneficio, anche se non riusciamo a percepirne l’odore. Ciò fa sì che, anche un soggetto anosmico, che non sente gli odori, possa trarne giovamento. Le essenze, esplicano la loro azione a livello delle memorie cellulari e, persino del DNA. Non solo, attraverso i recettori olfattivi mandano segnali al sistema limbico, in cui risiedono i nostri ricordi e si originano le nostre emozioni. Possiamo dire, quindi, che l’esperienza sensoriale dell’olio essenziale può arrivare a influire sul modo di percepire la realtà e sul nostro umore. Soprattutto in questo periodo, in cui spesso siamo preda di ansia, paura, senso di oppressione, potrebbero quindi sostenerci non solo sul piano fisico, a livello del Sistema Immunitario, ma anche su quello mentale, emozionale e spirituale.

Può farci un esempio?

Ne farò due, sia con un olio familiare che con uno meno conosciuto.

Un olio noto a tutti è quello di lavanda. Nello specifico l’olio essenziale di lavanda vera (Lavandula angustifolia). Chi ha fatto l’esperienza di raccoglierla nella mia azienda agricola, sull’Appennino di Parma, ha conosciuto la sua “personalità”: una pianta piccola ma robusta e generosa, che vive con poche risorse, il solo vederla ondeggiare al vento…tranquillizza. Per raccoglierla occorre abbracciarla e, in questo abbraccio, lei si dona per essere distillata. Queste sue qualità di accoglienza, apertura, resilienza, si trasmettono all’olio essenziale. Un olio dalle tantissime proprietà: disinfettante, antisettico, cicatrizzante, antidolorifico… un grande aiuto nei momenti di sconforto in cui abbiamo bisogno dell’abbraccio di una “mamma” che ci consoli e ci sostenga, ma anche di un sollievo quando siamo agitati e nervosi. In questi casi la si massaggia pura sulla nuca, tra i capelli e sul cuoio capelluto, in corrispondenza del cuore e, se si vogliono stimolare sogni sereni, ne andrà versata qualche goccia sul cuscino o massaggiata, diluendola in un olio per massaggi, sotto i piedi.

Un’essenza meno conosciuta, ma appropriata per il momento, è il Ravintsara (Cynnamum camphora). Trattasi di una grande pianta che cresce in Madagascar, di cui vengono distillate le foglie, uno tra i più potenti antivirali. I meccanismi con cui distrugge i virus non sono ben noti tuttavia, si consiglia di assumerlo sotto la lingua, nella dose di una goccia ogni quarto d’ora, ai primi sintomi di influenza o raffreddore. All’affievolirsi dei sintomi, una goccia ogni 4 ore. L’olio di Ravintsara è adatto a tutti e il suo contributo a livello sottile è notevole. Se prima con la lavanda avevamo la “piantificazione”, trasformazione in pianta di una figura femminile, in questo caso abbiamo una forte personalità maschile: l’“eremita” che ha fatto tesoro della sua esperienza terrena e si è raccolto in solitudine. Ricevendo in noi il Ravintsara, ci apriamo alla possibilità di illuminare le nostre ombre, di trovare la luce per superare i momenti più difficili e bui.

Direi che la congiuntura attuale è l’ideale per provare a sperimentare questi due oli essenziali.

Tutti gli oli essenziali possono fare questo?

Per sortire questi effetti, gli oli devono essere di grado terapeutico ovvero, distillati da piante coltivate senza l’uso di pesticidi, erbicidi e fertilizzanti di sintesi o, spontanee. Gli oli essenziali devono essere estratti a temperature e pressioni minime, lentamente, con una distillazione a vapore, ciò consente di preservare tutta la complessità aromatica della pianta, senza perdita di composti più leggeri, che distillano all’inizio, o più pesanti, che distillano a fine processo.  L’olio può così sortire tutti gli effetti desiderati, dovuti alla presenza di svariati composti, sinergici tra loro. Infine, la distillazione, condensazione e separazione devono avvenire tutte in materiali inerti di acciaio alimentare o vetro. A questi criteri ho deciso di ispirarmi per la produzione dei miei oli e delle mie acque aromatiche. Proprio le caratteristiche e i benefici arrecati da quest’ultime saranno oggetto del nostro approfondimento sul prossimo numero di Salute Plus.

You may also like

Oli essenziali per un caldo inverno

Buongiorno, dottoressa, andiamo incontro all’inverno e all’intimità delle