Le Allergie e il Sistema Immunitario

Le Allergie e il Sistema Immunitario

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Risponde l’Esperta: la Dott.ssa Marta Stefani

La Dott.ssa Marta Stefani della Farmacia Santrovaso interviene per chiarirci le idee e darci degli utili consigli rispetto ad una tematica che, proprio in questo periodo dell’anno, interessa molti dei nostri lettori: le Allergie.

 

Dott.ssa Stefani, cosa sono le allergie e quale correlazione c’è con il nostro Sistema Immunitario?

L’allergia è una iper reazione del nostro sistema immunitario dovuta al contatto, all’ingestione o all’inalazione di sostanze, normalmente innocue, che il nostro organismo riconosce come estranee, gli allergeni.

Può manifestarsi con orticaria, rinite, prurito agli occhi, asma oppure shock anafilattico nella forma più grave.

In questa patologia Il sistema immunitario non è in grado di riconoscere se una sostanza sia realmente nociva o meno, diventa incapace di tollerarla, scatenando una reazione difensiva spropositata.

I meccanismi difensivi coinvolti sono diversi da quelli di virus e batteri e si chiamano immunoglobuline E (IgE).

 

Le allergie non colpiscono tutti ma solamente un gruppo di persone: c’è qualcosa durante la gestazione, dall’alimentazione della madre a sue eventuali esposizioni a fattori di rischio, che possa facilitare l’insorgere di una allergia nel bambino?

Una dieta varia e una adeguata attività fisica possono essere un mezzo per ridurre le allergie alimentari e le patologie autoimmuni.

L’integrazione con Lactobacillus rhamnosus dalla 36a settimana di gravidanza ai primi 3 mesi di allattamento e, con Omega3, riduce la comparsa di allergie alimentari.

Anche un adeguato periodo di allattamento materno (6 mesi almeno) riduce il rischio di allergie [Diet during pregnanze and infancy risk of allergic or autoimmune disease: A systematic review and meta-analysis. Garcia-Larsen V, Ierodiakonu D, Jarrold K, Cunha S, Chivinge J, Robison Z et al. PLos MED 15(2)].

Molto interessante è la correlazione tra il parto cesareo ed il rischio di sviluppo di allergie nel bambino. Un ruolo chiave in questa relazione è la formazione del microbiota intestinale al momento della nascita: la composizione batterica intestinale risulta infatti molto differente nei bambini nati da parto vaginale rispetto a quelli nati da cesareo.

La corrispondenza tra parto cesareo ed un più elevato rischio di sviluppare, in epoche successive della vita, malattie allergiche quali asma e rinite, è infatti già stata messa in evidenza da alcune metanalisi (Thavagnanam et al. Clin Exp Allergy, 2008; Bager et al. Clin Exp Allergy, 2008)

 

Come mai molti adulti diventano allergici a pollini o cibo senza averne mai sofferto prima e perché il numero di pazienti allergici negli ultimi anni è in costante aumento?

Le allergie sono tra quelle patologie in aumento nei paesi più sviluppati.

Questo incremento è dovuto alla creazione di un ambiente troppo sterile.

Uno sconsiderato uso di antibiotici, di disinfettanti e un’eccessiva igiene fa sì che il nostro sistema immunitario si “annoi”, non incontrando i suoi nemici naturali, e che sposti la sua attenzione verso altre molecole.

Questo è il motivo per cui si consiglia di far giocare i bambini all’aria aperta o di avere un cane in casa.

 

In questo periodo di fioritura molti abusano di antistaminici e cortisonici per controllare i sintomi. Ci sono rischi per la salute?

Utilizzare i farmaci quando non vi è un effettivo bisogno è sempre rischioso.

Il primo organo a risentirne è il fegato, il nostro filtro per le sostanze estranee.

Gli antistaminici possono provocare sonnolenza, mal di testa, secchezza delle fauci e disturbi gastrointestinali.

I cortisonici, anche in forma di spray nasale, possono altresì dare secchezza delle mucose e provocare ad esempio epistassi, si consiglia perciò di umettare regolarmente il naso con acqua fisiologia. Questi farmaci possono anche provocare agitazione ed insonnia e quindi, qualora fosse possibile, sarebbe meglio farne uso nella prima parte della giornata.

Per uso orale il cortisone può inoltre, nel lungo periodo, alterare il metabolismo degli zuccheri, innalzando la glicemia, dando ipertensione, ritenzione idrica, insonnia, aumento di peso…l’assunzione deve quindi avvenire sempre sotto controllo del medico.

Anche gli spray nasale decongestionanti non vanno usati per periodo lunghi, in quanto i principi attivi ivi contenuti, agiscono a livello del sistema cardiocircolatorio provocando un aumento della pressione sanguigna.

 

Abbiamo la possibilità di curare in “maniera alternativa” i sintomi allergici?

Certo, si può fare prevenzione attraverso l’omeopatia, la fitoterapia e l’utilizzo di integratori. Il soggetto allergico dovrebbe intervenire circa due mesi prima della comparsa dei sintomi per pulire, sfiammare e ripopolare il proprio intestino, sede del nostro sistema immunitario.

L’omeopatia e la fitoterapia possono essere utilizzate per desensibilizzare il soggetto dagli allergeni e limitare così la produzione di istamina, la sostanza generata dal nostro corpo e responsabile delle reazioni allergiche.

Gli stessi prodotti possono essere usati anche nella fase acuta per ridurre l’assunzione di farmaci antistaminici.

Fare attenzione all’alimentazione aiuta infine a ridurre l’intensità delle reazioni allergiche. Alcuni alimenti, infatti, contengono istamina o la rilasciano, bisogna quindi limitare l’ingestione di: cioccolato, crostacei, fragole, vino bianco, tonno in scatola, molluschi, frutta oleosa (nocciole, arachidi,sesamo…) e formaggi fermentati.

 

In un periodo particolare come quello dell’emergenza Covid-19, ritiene che i soggetti allergici che contraggano la malattia possano incorrere in complicanze respiratorie con maggiore facilità rispetto a chi non ha questa problematica?

Le allergie ai pollini non sono un fattore di rischio per quanto riguarda il nuovo coronavirus, ma alcune forme di asma invece possono aggravare la malattia.

A dirlo, è un articolo apparso sul sito del Ministero della Salute, che riprende l’Istituto Superiore di Sanità e l’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc).

La relazione con il nuovo coronavirus non è così diretta, anche perché negli studi finora disponibili nelle mani degli esperti, le forme allergiche più lievi, tra cui proprio l’asma allergica lieve, non sono state considerate come uno dei principali fattori di rischio per l’infezione da Sars-CoV-2 o, per un esito più sfavorevole della malattia.

Discorso differente, invece, va fatto per l’asma in forma da moderata a grave, in cui i pazienti hanno bisogno di cure quotidiane: la stessa infatti, spiegano i medici, è inclusa nelle condizioni polmonari croniche che predispongono alla malattia grave.

 

 


Dott.ssa Marta Stefani, Consulente Alimentare

Farmacia Santrovaso, Preganziol

Tel. 0422.380337

info@farmaciasantrovaso.it

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