Il Mondo è bello: 7-14 anni

Il Mondo è bello: 7-14 anni

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di Massimo Nicastro

Negli anni che precedono l’ingresso alla scuola, abbiamo visto come il bambino abbia plasmato come uno scultore tutto quello che viveva intorno a lui.
Il cambiamento dei denti è sintomo della nuova realtà nascente, l’involucro-temporale-eterico.
Con questo “corpo della trasformazione”, quale vive nel regno vegetale, il giovane è pronto all’apprendimento scolare.
Di questa nuova condizione l’educatore ne deve tener conto in quanto un tradizionale insegnamento intellettuale induce il bambino a pensare, comportando una sollecitazione delle forze dell’organismo (sale, calcio, quel che forma le ossa, i tendini, le cartilagini) che solidificano l’essere umano. Tale processo di solidificazione avviene inevitabilmente nell’organismo del bambino quando gli si richiede di impiegare le sue forze pensanti prematuramente. Un insegnamento fondato su immagini create artisticamente, invece, potrà favorire una crescita plastica e armoniosa.
Un esempio lo abbiamo con le lettere dell’alfabeto dove iniziamo col disegnare delle forme che prendono spunto dalla natura, creando un ponte tra l’uomo ed il Mondo.
L’elemento artistico-immaginativo che viene vissuto in questo modo si orienta spontaneamente verso i concetti più semplici e verso lo sviluppo di idee.
Quest’attenzione pedagogica la si può esercitare solo se siamo consapevoli che l’essere umano, quale realtà di corpo, anima e spirito, si organizza a livello di corpo in tre parti:

  • l’organizzazione della testa (neuro-sensoriale);
  • l’organizzazione ritmica (cardio-respiratoria);
  • l’organizzazione degli arti del movimento (metabolica).

Chiaramente è una sintesi schematica, in quanto ogni organizzazione è presente nell’intero essere umano.
A livello dell’anima abbiamo:

  • rappresentazione-percezione;
  • sentire;
  • volere.

Mentre a quello dello spirito:

  • veglia;
  • sogno;
  • volere.

Dai sette ai quattordici anni – dal cambiamento dei denti alla maturità sessuale – si sviluppa principalmente il sistema ritmico, in particolare l’apparato respiratorio, quello della circolazione sanguigna con tutto quanto concerne il processo regolare della nutrizione.
Conoscendo ciò, deve prevalere l’elemento immaginativo, le immagini devono parlare, e tra maestro e allievo occorre che governi musicalità, “ritmo”.

Il bravo maestro non teme di ripetere perché sa che nel ritmo il bambino vive la ripetizione sempre in modo diverso. Un insegnamento in cui è presente l’artisticità mantiene in equilibrio anche il rapporto tra veglia e sonno.
L’attività del giorno si riversa nella vita di sonno che è molto importante per l’essere umano e, affinché vi sia una sana regolarità tra notte e giorno, occorre prestare attenzione al sistema ritmico.
Ciò che stanca è il sistema dell’intelletto e del movimento mentre l’attività del cuore e del respiro continuano, infaticabilmente, dalla nascita alla morte. Un insegnamento che nutre il sistema ritmico evita al massimo la stanchezza.
L’educazione spirituale diventa al tempo stesso la migliore educazione corporea. Un’educazione intellettualistica comporta il distacco dell’anima dal corpo, laddove ogni gesto artistico procura gioia nel fanciullo. Egli non verrà estraniato dal mondo, ma, al contrario, vivrà l’equilibrio tra la Terra e il Cielo provando amore per il mondo e aspirazione per lo spirito.
Come nel primo settennio avevamo visto il bambino affidarsi all’adulto, imitandolo in quanto portatore di veracità, nel secondo settennio l’educatore diventa un’indiscussa “autorità” spontanea, come il “Sole” dove i pianeti vi girano attorno.
In questo settennio, emergendo l’azione del “corpo vitaleeterico”, operano i “sette processi vitali”:

  • la respirazione;
  • il calore;
  • la nutrizione;
  • la secrezione;
  • il sostentamento;
  • la crescita;
  • la riproduzione.

Questi processi, con i loro organi interni, sono il riflesso delle azioni cosmiche dei pianeti del sistema solare.
In questi anni, al bambino, non deve mai mancare una guida che emani “luce e calore”, quale elemento di orientamento e di armonizzazione.
Come questi pianeti ruotano con “venerazione e rispetto” intorno alla loro autorità-Sole, così il bambino mediante queste forze nutrirà il proprio “corpo eterico”.
Se manterremo salda, come educatore, questa figura quando intorno al nono anno il bambino inizierà a sentire una piccola crisi col Mondo, eviteremo che questa incertezza si imprima nel suo temperamento.
Affiancandolo con azioni ricche di amore e facendogli accorgere del bene voluto dai grandi, conforteremo il bambino, così che possa incedere sicuro nella vita.
Considerando che in questo settennio ogni cosa che sia vera e buona, viene portata in immagini di “bello” anche ciò che riguarda il falso e cattivo deve’essere portato in quanto è “brutto”.
In chiave morale, pertanto, ogni volta che vogliamo riportare al bambino che una cosa è sbagliata, non gli diremo che è “male” ma che è “brutta”. Ciò che è brutto lo si “sente” (capisce) subito, per cui nessuno lo vuole.
Per questo le similitudini, i simboli e non i concetti aridi, devono essere il linguaggio che accompagna il giovinetto a scoprire le leggi della natura e tutti i misteri del Mondo.
Va sempre ricordato che le forze dell’anima non sono meno importanti dell’intelletto per comprendere le cose: col ragionamento è possibile capire solo quanto è di natura materiale.
L’intelletto, quale forza dell’interiorità-anima, nasce con la pubertà ed è bene non agirvi prima. Dopo la pubertà, ogni comprensione razionale sarà delle cose che nel settennio precedente (7-14) avrà impresso nella sua memoria, che sa. Oltre ad una sana attività dell’anima, anche gli esercizi
ginnici è bene che vengano armonizzati così da far sentire al ragazzo, al movimento di ogni arto, che “la forza cresce in lui”, permeandolo come un benessere.

“Ognuno deve scegliersi il suo eroe, seguendo il quale si affanna sulla strada dell’Olimpo”. (J.W. Goethe: “Ifigenia in Tauride”, atto II, scena prima)

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