Uomo e donna un fecondarsi l’un l’altra

Uomo e donna un fecondarsi l’un l’altra

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Speciale pubblicazione Rudolf Steiner

(articolo di Massimo Nicastro)

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La cultura del nostro tempo ha sancito che realtà è solo ciò che si percepisce coi sensi fisici: vedendo, toccando, ecc. Con ciò ha relegato alla sfera dell’anima l’eventuale capacità di percepire oltre.
Questo perché si è consolidata una certa pigrizia, per non dire codardia, conoscitiva che soffoca ogni atteggiamento dell’uomo a cercare le cause prime della vita in ambito sovrasensibile. Tuttavia, così come non mi soffermo ad analizzare la composizione chimica delle lacrime di una persona che piange, ma cerco di indagare la sua interiore e sovrasensibile tristezza se voglio capirne il perché, così se voglio comprendere la realtà non dovrei limitarmi a ridurre la vita ad un meccanismo come l’orologio prescindendo dall’essere che lo ha pensato, cioè l’orologiaio.
Il fatto di non percepire qualcosa non vuol dire che non esista. Guardiamo ai pensieri o all’amore che si dice di provare per qualcosa o per qualcuno: essi sono l’esempio quotidiano del sovrasensibile in cui siamo immersi.

L’essere umano può conquistarsi tutto il pensabile e tutto l’amabile (Logos) se decide di iniziare il cammino della conoscenza sovrasensibile. “Chi cerca trova” tanto da poter arrivare a cogliere quanto un secolo fa un certo Rudolf Steiner ha scritto e detto riguardo la conoscenza dei mondi superiori. Contenuti così ricchi di significato e di descrizioni da far impallidire la scienza e la cosiddetta fantascienza.
Addentrandosi nei testi di Rudolf Steiner abbiamo modo di apprendere e capire come l’essere umano sia organizzato in corpo, anima e spirito. Nel corpo abbiamo un minimo di libertà, nello spirito la libertà è massima e nell’anima, che è la nostra coscienza ordinaria, abbiamo un’oscillazione tra questi due poli: quanto più essa tende verso il corpo e tanto più perde la sua libertà, quanto più si apre alla dimensione dello spirito e tanto più diviene libera, quindi diviene pura creatività individuale.

Partendo da questo presupposto è possibile cogliere come l’incontro tra persone non si svolga solamente sul piano fisico, ma tra infiniti mondi che vivono nell’interiorità e che possono venire creati dal nulla, ovvero da «un nulla» di causazione fisico-sensibile, ma da una azione dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti.
Entrando ancor più nel dettaglio delle descrizioni dell’essere umano, Steiner descrive una realtà sovrasensibile che attornia il corpo fisico e che egli denomina corpo eterico, esso è l’insieme delle forze vitali.
Egli afferma che così come l’uomo ha un corpo fisico maschile e un corpo eterico femminile, la donna che ha un corpo fisico femminile ha il proprio corpo eterico maschile.
Ora occorre precisare che in chiave spirituale quanto viene indicato come «maschile» ha caratteristiche di attività creante e sempre nuova, e quanto indicato come «femminile» ha caratteristiche di accoglimento e di costanza. Sono due qualità polari che si completano a vicenda e una non è meglio dell’altra. Da questo capiamo perché l’uomo sia sempre alla ricerca del nuovo relativamente alla realtà materiale – poiché ha un corpo fisico maschile –, mentre la donna, che vive il nuovo nella prima realtà sovrasensibile che pertiene l’essere umano – cioè il corpo eterico o vitale –, non sopporti la monotonia in tutto ciò che riguarda la sfera dei pensieri e dei sentimenti.

Pensiamo solo alla differenza che può esserci nel vissuto di due persone di sesso opposto vedendo una partita di calcio o durante una conversazione. Per il soggetto maschile un’ora e mezza vissuta guardando la partita è un continuo cambiamento di emozioni, mentre per la donna si risolve in una noia dove tutto è uguale! Per l’uomo, invece, sarà una noia la conversazione, perché lì materialmente non succede nulla!
È una caratteristica tutta femminile avere questo atteggiamento del cuore, ovvero questa gamma di sentimenti che per un soggetto maschile sembra essere quasi inesistente. Ed è tipico di una cultura prettamente maschile, dove si bada solo al da farsi, perdere tutta la capacità di saper ascoltare la ricchezza interiore degli esseri umani.
Il maschio è l’esperto nel costante (l’organizzazione del lavoro, ecc.), è l’esperto del che cosa; la donna è esperta in quello che cambia, che si trasforma, cioè è esperta del come.
Considerando i quattro livelli dell’essere umano descritti da Steiner (vedi il suo testo Teosofia), con l’Io o spirito (la testa), l’anima (i sentimenti), il corpo eterico (il vitale) e il corpo fisico (le azioni), vediamo che l’uomo è maggiormente incentrato sulla testa col suo raziocinio esangue e il dominio sul mondo materiale, mentre la donna è maggiormente incentrata nel vitale (la forza di generare figli) e il vissuto interiore, ovvero il mondo di sentimenti dell’anima.
Dove nell’uomo abbiamo l’esteriorità nelle sue azioni e l’interiorità nella sua testa, nella donna abbiamo l’esteriorità nel vitale e la sua interiorità nel vissuto. Possiamo dire che l’uomo feconda sensibilmente la donna e la donna feconda sovrasensibilmente l’uomo. Ma se entrambi si aprissero ad ascoltare l’altro, ne nascerebbe un arricchimento reciproco dove la donna non resterebbe immersa nella sua interiorità limitandosi ad un godimento del Mondo, e l’uomo inizierebbe a vivere con sempre più coscienza quanto accade nel suo mondo interiore.

La cosa curiosa della nostra civiltà, che tutti noi possiamo notare nel quotidiano, è che la donna tende ad esprimere sempre meno queste qualità interiori per ridursi ad un atteggiamento sempre più «da uomo» e anche nelle relazioni, dove considerava una sacralità il suo corpo come espressione della sua anima, ora diviene sempre più mascolinizzata quasi estinguendo la femminilità che le sarebbe propria, creante ed innovativa.
Uomo e Donna: un fecondarsi l’un l’altra Abbiamo così una società doppiamente maschile, o meglio patriarcale, nella quale insorgono sempre più frequentemente casi di omosessualità, sia da un lato che dall’altro.
Se prendiamo la Bibbia, leggiamo: “Adamo conobbe la sua donna e diede vita a…”. È un esempio di come solo attraverso lo spirituale, che noi oggi riceviamo conoscitivamente, sia possibile dar vita a quello che si esprime nella vita dell’anima e conseguire le tre forze del pensare, del sentire e del volere, che possiamo chiamare anche forze dell’attenzione, della distensione e dell’intenzione. La conoscenza è l’amore più profondo che esista, e l’amore è inclusivo e mai esclusivo, è onnicomprensivo: non esclude niente e nessuno.

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