“No-vax VS Pro-Vax”: 9 sfaccettature ignorate dai media

“No-vax VS Pro-Vax”: 9 sfaccettature ignorate dai media

- in Medicina, Ultime Notizie
341
0

In ambito di salute pubblica tra i temi che più fanno discutere negli ultimi anni troviamo sicuramente l’obbligatorietà vaccinale.

Il dibattito nasce a seguito della approvazione della Legge Lorenzin (Legge 119 del 31 luglio 2017) che ha introdotto l’obbligo per dieci vaccinazioni per ai minori 0-16 anni (anti-poliomelitica; anti-difterica; anti-tetanica; anti-epatite B; anti-pertosse; anti Haemophilus influenzae tipo B; anti-morbillo; anti-rosolia; anti-parotite; anti-varicella) e l’offerta di quattro vaccini fortemente raccomandati (meningococco B, meningococco C, pneumococco e rotavirus). Obblighi di legge non debitamente giustificati ma che prevedono esclusione dei bimbi da nidi, scuole dell’infanzia e scuola dell’obbligo e pagamento di sanzione pecuniaria.

Per gran parte dei mezzi di comunicazione di massa tutto è riconducibile a due contrapposizioni “pro-vax” e “no-vax”, in queste categorie vengono classificati anche i genitori spesso taggati come ignoranti per aver scelto di non vaccinare all’età di tre mesi il proprio figlio o per non aver accettato ad occhi chiusi l’obbligo e per aver preteso risposte a domande importanti sulla salute dei propri figli, troppo spesso ignorate. Genitori criticati e accusati di pensare unicamente alla salute dei propri figli ignorando quella degli altri, godendo dell’immunità di gregge e rappresentando pericolo per bambini immunocompromessi.

Ma se ci si sofferma sul tema con raziocinio si può comprendere quanto sia lecito chiedersi quando il paziente è un bambino chi debba decidere sulle vaccinazioni e sulla salute in genere; se il genitore, lo Stato o la comunità scientifica.

A febbraio di quest’anno i ricercatori Giampietro Gobo e Barbara Sena hanno pubblicato il saggio “Oltre la polarizzazione “pro-vax” versus “no-vax”. Atteggiamenti e motivazioni nel dibattito italiano sulle vaccinazioni.” offrendo una lettura differente che va oltre la semplificazione rappresentata dalla dicotomia “pro-vax” “no-vax” in quanto posizioni e attori coinvolti nella scelta di vaccinare o meno un bambino siano ampie e complesse.

Partendo da un’analisi del contenuto qualitativa condotta su 1139 fonti provenienti da stampa nazionale e locale, 71 interventi su trasmissioni televisive e 14 blog di medici, giornalisti scientifici e associazioni di genitori si è evidenziato come il dibattito italiano sulle vaccinazioni può essere rappresentato da nove differenti posizioni collocabili in un continuum che va da un atteggiamento completamente “pro-vax” ad uno totalmente “no-vax”.

Sfumature che non possono essere ignorate ma anzi comprese riconosciute e analizzate. Le riassumiamo in questo articolo.

  1. Posizione “pro-vax” senza “se” e senza “ma”. Ritiene essenziale l’obbligatorietà vaccinale ed è favorevole ad ulteriori vaccini raccomandati dal Piano Nazionale delle Vaccinazioni. Tale posizione è assunta da attori istituzionali (Istituto Superiore di Sanità, ordine dei medici e delle professioni sanitarie ecc.), dai partiti politici, da attori collettivi quali associazioni di genitori.

  2. Posizione favorevole alle vaccinazioni ma che ritiene debbano essere obbligatori solo quattro dei dieci vaccini, gli altri prevenendo malattie non contagiose come il tetano dovrebbero essere solo raccomandati e lasciati alla libera scelta. Posizione espressa da numerosi scienziati italiani ed esperti in questione di salute. L’epidemiologo Vittorio Demicheli in un’intervista ha affermato “…dovremmo applicare il principio di priorità e vaccinare soltanto contro malattie importanti.”

  3. Posizione favorevole alle vaccinazioni che critica alcune politiche di sanità pubblica che permettono l’introduzione di nuovi vaccini per i quali le sperimentazioni non sono ancora concluse. Richiede maggiore trasparenza e indipendenza decisionale.

  4.  Posizione favorevole alle vaccinazioni pur esprimendo dei dubbi sull’efficacia e e necessità di alcune politiche vaccinali. Viene richiesto inoltre un maggiore controllo da parte degli organi di vigilanza nei confronti di alcuni ingredienti tossici contenuti nei vaccini (ad esempio il mercurio) e delle reazioni avverse. Tra gli attori che sostengono tale posizione vi sono associazioni di medici come la Federazione Italiana Medici Pediatri e di consumatori e alcuni scienziati come Silvio Garattini. 

  5. Posizione moderata, favorevole alle vaccinazioni in generale ma che riconosce anche alcune istanze dei “no-vax”. Tra questi attori l’immunologa Maria Luisa Villa e giornalisti scientifici.
     
  6. Posizione che riconosce l’importanza delle vaccinazioni ma manifesta critiche sulla tossicità di alcuni vaccini, pretende l’attenzione sulle reazioni avverse gravi e auspica alla produzione di vaccini “sicuri”. Questa posizione è rappresentata da una minoranza di scienziati e alcuni giornalisti scientifici.
     
  7. Posizione sostenuta da coloro che sono contrari soltanto alle somministrazioni di più vaccini in dose unica (polivalenti) in quanto sottopongono il sistema immunitario del bambino ad uno sforzo eccessivo. Richiedono vaccini monovalenti che riducono i rischi di tossicità o evitano gravi reazioni avverse. Inoltre ritengono si debba elevare l’età vaccinale per consentire una maturità necessaria al sistema immunitario. Tra i sostenitori di questa posizione scienziati e medici come Giuseppe Genovesi, associazioni scientifiche (l’Ordine Nazionale dei Biologi), associazioni di consumatori (Codacons).
     
  8. Posizione contraria al solo uso standard delle vaccinazioni, ritiene i vaccini fondamentali per contrastare le situazioni di emergenza come epidemie e pandemie, ma non devono essere utilizzati come strumento di prevenzione. La prevenzione deve essere svolta rafforzando il sistema immunitario attraverso allattamento al seno, alimentazione sana, ambienti salubri, e malattie esantematiche stesse che rendono il bambino capace di affrontare le patologie infettive odierne e future. Sostiene inoltre che l’effetto del vaccino non è perenne, che risulta inefficace nel 5-15% dei vaccinati, e che copre solamente determinati ceppi della malattia. I Paesi Occidentali poi non necessiterebbero di vaccinazioni di massa, in Italia sono obbligatori vaccini per patologie scomparse da tempo, come difterite e poliomielite o rarissime come haemophilus influenzae e meningicocco B o innocue come varicella, parotite o rosolia pericolosa solo per donne in gravidanza. Gli attori favorevoli a questa posizione sono molti tra questi scienziati, 120 medici e pediatri firmatari di una lettera indirizzata a fine novembre 2015 a Gualtiero Ricciardi presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, sociologhi, giuristi e avvocati.

  9. Posizione “no-vax” radicalmente contraria a qualunque tipo di vaccino e rappresenta una piccola minoranza.

Le nove posizioni dimostrano una ricchezza di ragionamenti che non possono essere trascurati e sottaciuti. Ogni genitore ha il diritto di essere informato e prendere con coscienza una decisione. Catalogare come “no-vax” e definire ignoranti persone che chiedono maggiore trasparenza e certezza sull’innocuità dei vaccini forse non è l’atteggiamento eticamente più corretto.

You may also like

Oli essenziali per un caldo inverno

Buongiorno, dottoressa, andiamo incontro all’inverno e all’intimità delle