I DISTURBI RESPIRATORI DEL SONNO

I DISTURBI RESPIRATORI DEL SONNO

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Angry young Asian woman annoyed with husbands snoring while trying to sleep. She covering ears with pillow. Snoring disorder concept

Un problema sottodiagnosticato più frequente di quanto si immagini.

Molte persone sono convinte che dormire sia una perdita di tempo, ne sono convinte a tal punto che l’affermazione in lingua inglese, “I’ll sleep when I’m dead” (“dormirò da morto”), negli anni
è diventata un luogo comune oltre che il titolo di film e di canzoni.
A molti piacerebbe poter avere più tempo a disposizione, ad alcuni non bastano le ventiquattro ore di una giornata; il moderno stile di vita frenetico fa leva su alcuni nostri discutibili sensi di colpa
a questo proposito. Non c’è forse un proverbio che recita: “Chi dorme non piglia pesci”? Nella nostra società esiste una mal interpretata “etica del lavoro” per cui al sonno viene associata una forma di pigrizia della quale molti si vergognano.

Il risultato di tutto ciò è che dormiamo molto meno di quanto si facesse una volta. Indubbiamente almeno un terzo della nostra vita lo trascorriamo dormendo, ma è un grave errore considerare questo tempo come perso.
Il sonno è un fenomeno fisiologico al quale nessuno di noi può sottrarsi, durante il sonno si mettono in atto processi metabolici complessi che sono indispensabili per vivere. Dormire bene è la premessa per vivere bene (e più a lungo). Un neuroscienziato di origine inglese, Matthew Walker, ha dedicato la sua vita a studiare il sonno; recentemente è stato pubblicato un suo libro su questo argomento suggestivo, “Why we sleep” (“Perché dormiamo”) nel quale si denuncia che alla base del peggioramento della nostra qualità della vita c’è un’epidemica privazione del sonno. Non dormire abbastanza, non dormire bene, assumere farmaci per indurre artificialmente il sonno, non attenersi a quella che gli esperti definiscono una vera e propria igiene del sonno, sono tutte condizioni che a parere di Walker aumentano il rischio di malattie come l’Alzheimer, il diabete, il cancro, l’obesità e la demenza. E’ una constatazione comune che quando il sonno è poco e cattivo si vive male, meno evidente è che senza sonno si muore. Il messaggio contenuto nel libro di Walker è questo: la nostra società deve riprendere consapevolezza sull’importanza del sonno allo scopo di migliorare la nostra qualità di vita, dormire poco ha un costo sociale in termini di maggiori malattie ed ore di lavoro perse. Non il contrario.

Ma è importante sapere anche che oltre agli stili di vita sbagliati ed alle cattive abitudini ci sono altri fattori che impediscono una buona qualità del sonno. Si tratta dei disturbi respiratori del sonno. Anche in questo campo, come per tutto ciò che riguarda il sonno, manca una consapevolezza approfondita nella nostra società, in chi ci governa e addirittura nella classe medica; questo primo articolo, di una serie di interventi e approfondimenti, ha lo scopo di fare chiarezza su cosa siano i disturbi respiratori del sonno e quali conseguenze abbiano sulla nostra salute.

In poche parole si tratta di una condizione caratterizzata da una respirazione anomala durante il sonno a causa del restringimento o della ostruzione completa delle vie aeree superiori.

I disturbi del sonno possono essere provocati da un’ostruzione parziale e intermittente il cui sintomo principale (e talvolta unico) è il russamento. Le forme più gravi dei disturbi respiratori del sonno sono associate a numerosi episodi di apnea durante i quali i livelli di ossigenazione ematica calano al punto da provocare una reazione sistemica che comporta un aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e di numerosi altri parametri a cui segue una frammentazione del sonno (microrisvegli senza arrivare al livello di consapevolezza) a cui fa seguito sonnolenza diurna.
Questa condizione, la più grave, associata ai sintomi appena descritti, prende il nome di OSAS che è l’acronimo inglese di Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno; essa colpisce circa il 5% della popolazione adulta con prevalenza maschile. Questa sindrome, provocando sonnolenza, è tra i fattori che sono alla base di una non trascurabile quantità di incidenti automobilistici stradali.

Esistono numerosi favori che sono alla base di un maggior rischio di disturbo respiratorio del sonno; tra questi ci sono abitudini errate come l’eccesso di assunzione di alcol, di cibo ed il fumo.
L’obesità e il sovrappeso hanno la loro incidenza nell’aumentare la casistica; altrettanto vale per alcune caratteristiche anatomiche come le dimensioni della circonferenza del collo, la ridotta dimensione di mascella e mandibola, la posizione arretrata delle stesse, il morso profondo e le malocclusioni (denti storti) in genere.

I disturbi respiratori del sonno possono essere curati con successo, la maggiore difficoltà consiste nel diagnosticarli tempestivamente. Si tratta di quadri che spesso sfuggono alla percezione dei pazienti che in molti casi minimizzano la situazione o che non considerano il russamento come un problema di competenza medica. In caso di pazienti adulti, una corretta diagnosi può evitare la cronicizzazione o l’evoluzione del quadro patologico.

Altrettanta attenzione va posta nel caso in cui il disturbo respiratorio del sonno si presenti in età pediatrica. Il russamento e le apnee non devono essere sottovalutate nei bambini perché l’ostacolo, parziale o completo, impedisce la corretta ossigenazione notturna che incide sulla crescita, sull’armonico sviluppo, sulle capacità cognitive e sullo stato di salute generale. Va sempre considerato, in età pediatrica, che siamo di fronte ad un paziente che sta crescendo seguendo un piano geneticamente preordinato; molto spesso il bambino che non respira bene di notte (e di giorno) deve adattarsi alla situazione disfunzionale, il che comporta sempre uno sforzo aggiuntivo e l’impossibilità di crescere pienamente secondo il proprio potenziale. In un bambino la presenza di respirazione orale, di frequenti infezioni delle vie aeree superiori, di obesità infantile, di tonsille e adenoidi ipertrofiche, di malocclusioni (denti storti), di palato stretto, di malocclusioni con posizione arretrata della mandibola sono tutti sintomi premonitori di un quadro riconducibile ad un disturbo respiratorio del sonno in età pediatrica. E’ sempre opportuno valutare con attenzione questi casi; le terapie sono molto efficaci e contengono in sé una componente di prevenzione rispetto ai disturbi respiratori del sonno in età adulta.

 

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