Il fumo: non un vizio, ma pura dipendenza

Il fumo: non un vizio, ma pura dipendenza

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Intervista al Dott. latini, psicologo della lega tumori di Treviso

Chiamiamola dipendenza… per un fumatore è sempre giusto smettere di fumare, ma il momento giusto spesso non arriva mai. C’è sempre un periodo più impegnativo a lavoro, un esame da superare, le vacanze con gli amici.

Né i rischi per la salute, né l’ingente esborso di denaro e nemmeno le suppliche del figlio o i davvero 1000 motivi per cui è giusto mollare la sigaretta, rappresentano dei validi deterrenti. La ragione per cui è così difficile smettere di fumare è che il fumo provoca dipendenza.

Si tratta purtroppo di un comportamento socialmente accettato, che tutto sommato non desta nemmeno troppa preoccupazione, ma se andiamo a vedere la definizione di dipendenza, secondo l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), troveremo “condizione di intossicazione cronica o periodica, lesiva sia per il soggetto che per la società, derivata dall’uso ripetuto di una sostanza naturale o chimica sintetica, chiamata appunto “droga d’abuso”.

Si possono riconoscere diversi tipi di dipendenza, che comprendono l’utilizzo di sostanze stupefacenti, l’abuso di farmaci psicoattivi, ma anche la dipendenza da cibo, in particolare dolci, o la più moderna ludopatia, ossia il gioco d’azzardo patologico. Alcune sono considerate più gravi di altre, ciò nonostante però, tutte sono accumunate da tre caratteristiche principali: • la perdita di controllo (Craving) sull’assunzione della droga • la necessità di aumentare la dose (Tolleranza) • la crisi di astinenza derivata dalla mancanza della sostanza, ossia un malessere psichico e talvolta anche fisico.

Cosa succede nel cervello Tutte le droghe condividono la capacità di promuovere il rilascio di dopamina nei circuiti cerebrali che mediano le gratificazioni naturali, e tra questi, il più importante, è rappresentato dai neuroni dopaminergici. la dopamina è un neurotrasmettitore importantissimo e fondamentale per la sopravvivenza, poichè stimola il cervello a prestare attenzione; è fondamentale per il benessere psichico, poichè presente in regioni cerebrali che regolano l’emozione, la motivazione, la cognizione e la sensazione di piacere. Fisiologicamente viene infatti rilasciata quando si assapora un ottimo cibo, si ascolta della buona musica, a seguito di un allenamento fisico e dell’attività sessuale, si tratta infatti del neurotrasmettitore dello “stare bene” E’ proprio la sovrastimolazione di questo sistema, indotta dall’utilizzo di particolari sostanze, e le sensazioni di piacere che ne derivano, che ci motivano a ripetere il comportamento di abuso.

nel fumo di sigaretta, la sostanza in grado di attivare tale meccanismo, è la nicotina, uno stimolante naturalmente presente nella pianta del tabacco, in particolare nelle foglie. Dopo l’inalazione, viene assorbita dai polmoni a livello alveolare, passa nel sangue e, in pochi secondi, arriva al cervello ove imita l’azione dell’Acetilcolina, un neurotrasmettitore che viene fisiologicamente prodotto dal cervello. Tale molecola, e così la nicotina, fungono da attivatori per il rilascio di altre molecole, tra le quali appunto, la Dopamina.
Tra l’aspirazione del fumo e l’arrivo della nicotina nel cervello passano circa 10 secondi. nei fumatori, dopo il “picco” iniziale, la concentrazione della nicotina nel sangue aumenta fino a che la sigaretta finisce (da 5 a 7 minuti circa). La concentrazione si abbassa rapidamente e si azzera nell’arco di 30 minuti. E’ questo il periodo di tempo entro cui un fumatore avverte nuovamente il desiderio di fumare.

Ovviamente il fumo di tabacco, oltre alla nicotina, responsabile della dipendenza, contiene molti composti estremamente dannosi, responsabili della tossicità polmonare e cardiovascolare, oltre che ad azione cancerogena. Alcuni esempi sono il monossido di carbonio che, legandosi al ferro dell’emoglobina, diminuisce la disponibilità di ossigeno nei tessuti; il catrame, il residuo marrone, appiccicoso, che si attacca su denti, dita e polmoni dei fumatori; sono inoltre presenti metalli pesanti quali cromo e cadmio. Nella maggior parte del tabacco inoltre, viene aggiunta l’ammoniaca, una sostanza che facilità l’assorbimento della nicotina, molto irritante per le mucose.

Il fumo è inoltre estremamente tossico durante la gravidanza e l’allattamento: la nicotina passa infatti, nel latte di donne fumatrici, in quantità sufficiente a provocare tachicardia nei bambini.
Il fumo viene inoltre associato, in percentuale superiore alle gravidanze di donne non fumatrici a basso peso alla nascita, aumento della mortalità perinatale e altri tipi di complicanze quali l’aborto spontaneo e il parto prematuro. Il nascituro sembra inoltre maggiormente a rischio di sviluppo di allergie, malformazioni, disturbi della crescita e possibili problemi psichici, oltre ad una maggiore predisposizione allo sviluppo di tumori.

il progetto lilT Esistono diversi metodi che possono aiutare un fumatore a smettere di fumare, tuttavia non sempre il percorso è semplice e l’esito scontato. Esistono farmaci, sostituti nicotinici o dispositivi molto noti, quali le sigarette elettroniche, che possono fungere da supporto, ma il fumatore ha bisogno anche di comprensione, di sostegno e
spesso di una guida, che lo possa aiutare ad intraprendere il percorso e lo sostenga durante la “disintossicazione”.

Chiediamo al Dottor latini, psicologo e consulente aziendale, responsabile del Progetto “insieme per smettere di fumare” organizzato da lilT, lega italiana per la lotta contro i Tumori, perchè questo metodo è efficace. “Questo approccio si basa su una metodologia che vede il fumo come un comportamento acquisito, che mantiene una continuità nel tempo in quanto risponde a diverse funzioni, abitudine, piacere, risposta a bisogni psicologici, rassicurazione e dipendenza fisica.

Attraverso le tecniche psicologiche il fumatore viene aiutato a diventare consapevole del proprio atteggiamento nei confronti del fumo, approfondisce le motivazioni al fumo e gli vengono fornite delle possibilità per alleggerire il disagio che l’astensione dal fumo può comportare, oltre che proporre la ricerca di modalità alternative e migliori per ottenere la medesima soddisfazione. Senza dimenticare l’importanza del gruppo stesso, che può essere vissuto come ambiente di incoraggiamento e condivisione degli sforzi”. il percorso, articolato in tre fasi, diluite nell’arco di otto settimane, consente di aggiustare il pensiero, di ricalibrare le percezioni nei confronti della sigaretta e di comprendere meglio la propria realtà, confrontandola con quella di altri fumatori.
Per partecipare al corso o ottenere informazioni è sufficiente chiamare il numero stampato in nero sui pacchetti di sigarette o la segreteria LILT.

 

 

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