Avvocato, i nostri figli?

Avvocato, i nostri figli?

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Intervista a Roberto Mastalia
Avvocato esperto in medical malapractice, segue da oltre vent’anni cause di malasanità.
Ha fondato il gruppo Facebook “Autismo, danni da vaccinazioni e malasanità” che vanta circa venti
mila iscritti. Presidente di AURET Autismo Ricerche e Terapie, segue cause in tutta Italia. Da oltre 13
anni, anche per motivi familiari, ha iniziato a seguire le problematiche connesse ai danni da vaccino.

Parliamo di libertà di scelta. Toccare l’articolo 32 della Costituzione significa ledere i diritti fondamentali dell’uomo. Il decreto Lorenzin è ora legge. Come si sta muovendo il sistema giuridico in relazione a questa nuova situazione che si è venuta a creare?
Diciamo anzitutto che io mi sono lamentato nei mesi scorsi, lanciando strali nei confronti della Politica (se la possiamo definire così), nei confronti di questo coacervo di soggetti ignoranti, costituito per gran parte da gente corrotta che la cronaca ogni giorno ci riporta. Idem nei confronti del giornalismo che è stato molto spesso assente, che ha lasciato passare quasi in secondo o terzo piano il movimento che si era creato a causa di questo Decreto. Decreto che poi si è convertito in legge. In tutto questo c’è stata grandissima responsabilità dei giornalisti, non solo per quanto riguarda ciò che è successo con il Decreto, ma anche, per esempio, in ordine alle obiezioni che sono state fatte da parte di alcuni medici che hanno espresso la loro opinione.
Non era nemmeno un’opinione contraria ai vaccini, ma semplicemente un’opinione di attenzione in base a quello che è un principio fondamentale della medicina, ovvero quello di non nuocere e nella necessità, prima di intraprendere un qualsiasi trattamento terapeutico, di verificare che questo non arrechi danno. Tutto ciò è grave per un giornalista, per il semplice motivo che, parafrasando quello che può essere il titolo di una canzone famosa di Mina, i giornalisti vivono di parole, parole, parole… Permettere che vengano radiati dei medici, quando questi esprimono semplicemente pensieri e parole e non commettono nessun reato, non hanno ricevuto alcuna denuncia, non hanno fatto del male a nessuno, è estremamente grave, a mio modo di vedere.
Ancor più quando certi giornalisti, certi direttori di giornali nei mesi precedenti avevano elevato fior di scudi a tutela della libertà di pensiero e di espressione di altri giornalisti, i quali si erano permessi di usare anche dei toni oggettivamente poco consoni,ma che comunque rientravano nei modi della libertà di espressione. Se questo deve valere per i giornalisti, dovrebbe valere anche per i medici.

Come si sta muovendo il sistema giuridico in relazione a questa nuova situazione che si è venuta a creare?
Personalmente io me la sono presa soprattutto con i medici, che hanno messo la testa sotto la sabbia come gli struzzi, pur vedendo quello che stava accadendo. Questo è grave, perché i medici devono cominciare a capire cosa vogliono fare da grandi: la stragrande maggioranza di loro vive una strana dicotomia tra l’essere un medico libero professionista, quindi rispondere alle leggi di scienza e coscienza, oppure se essere definitivamente trasformati in meri burocrati dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale. In questa situazione loro ora si trovano tra incudine e martello, si trovano quindi tra le istituzioni (Ministero, Istituto Sanitario Nazionale ecc) che chiedono loro di diventare dei meri esecutori burocrati, di non agire con scienza e coscienza nel caso concreto,, ma di attenersi alle loro linee guida generali, ossia l’esatto contrario della medicina.
Se togliamo infatti al medico anche la capacità di discernimento, di valutazione e di diagnosi di un caso concreto allora lo trasformiamo veramente in un burocrate. I medici devono scegliere se seguire le linee guida che arrivano dall’alto o essere medici veri e propri.
Io in tutto questo me la sono presa anche con gli avvocati, con la mia stessa classe forense perché sono stati troppo silenti.
Siamo stati pochi avvocati ad interessarci a questa cosa; io faccio parte della Camera Civile di Perugia, e quindi come Camera Civile abbiamo preso posizione, però non mi risulta che molti altri lo abbiano fatto.
Ho avuto il piacere e l’onore di prendere atto della movimentazione di esimi magistrati che hanno fatto anche la storia d’Italia…. Come Ferdinando Imposimato, presidente emerito della Corte di
Cassazione, uno di quei giudici che ha veramente fatto la storia del nostro Paese, dalle Brigate Rosse all’uccisione di Aldo Moro. Oppure il Presidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena il quale, ancor prima che arrivasse il decreto, si era espresso contro l’obbligo vaccinale ritenendolo una gravissima violazione dei diritti individuali. In tutto questo, a parte le prese di posizione da parte di questi personaggi, non c’è stata una reazione da parte del Presidente della Commissione forense piuttosto dei vari ordini professionali. Questi ultimi sono stati deficitari perché chi, se non gli ordini professionali degli avvocati, avrebbe dovuto criticare un Decreto poi diventato Legge che va a ledere così tanti articoli della Costituzione….?!??
Non è solo aver leso l’articolo 32 comma 2, inerente al diritto di ciascuno di noi di poter scegliere se sottoporsi o meno ad un trattamento sanitario (in correlazione a trattati internazionali come la
convenzione del 1977); ma è anche l’aver leso l’articolo 34, legato al diritto allo studio, a sua volta correlato alla libertà di espressione e alla libertà di pensiero, alla libertà di muoversi all’interno di uno Stato… Quindi agli articoli 2, 3, 11, 16, 23 della Costituzione e chi più ne ha più ne metta.
Siamo di fronte ad un provvedimento che ha posto in essere talmente tante dimensioni costituzionali, la prima di tutte quella dell’articolo 77, che prevede che il Governo possa legiferare solo in circostanze straordinarie, di vera emergenza. Qui però non c’erano né casi di necessità e urgenza, né tantomeno circostanze straordinarie, alla luce del fatto che le epidemie sono finte perché in due anni di allarme meningite noi, con dati alla mano assolutamente in linea con quelli degli anni precedenti, scrivevamo che non c’era nessuna epidemia in corso.
Per due anni hanno fomentato il tutto inventandosi una epidemia inesistente, salvo poi smentire il tutto nel giugno di quest’anno, catalogandola come epidemia mediatica. Non posso accusare
i giornalisti di essersi inventati una storia, qualcuno gliel’ha detta. Basta vedere gli articoli degli ultimi due anni per ritrovare tutte le dichiarazioni, le interviste e le prese di posizione di Membri dell’Istituto Superiore della Sanità o di professori universitari, dell’AIFA o del Ministero, i quali dicevano che c’era un pericolo meningite. Per il morbillo hanno cominciato a gridare “al lupo, al lupo” a gennaio di quest’anno quando i casi erano 500, e come faccio sempre vedere ai convegni, riportando i dati ufficiali che si possono trovare anche online sul monitoraggio del morbillo e della rosolia in Italia, negli ultimi 8-9 anni talora abbiamo avuto 5700 casi annui, 4800, 3500, 3300 ecc ecc… Ma nessuno ha mai gridato “allarme epidemia morbillo”.
E non penso che qualcuno ricordi negli anni scorsi un allarme epidemia legato al morbillo che abbia spazzato via, secondo quello che dice la nostra Ministra, centinaia di persone in Italia e nel resto del mondo. Stiamo assistendo ad una serie di bufale e menzogne portate avanti da chi viene pagato con i nostri soldi. Loro sono nostri dipendenti perché vengono pagati con i soldi delle nostre tasse quindi noi dovremmo essere i loro datori di lavoro.
Quindi qualsiasi lavoratore dipendente che mente ripetutamente in maniera grave al proprio datore di lavoro dovrebbe essere cacciato. Purtroppo ce li ritroviamo sempre qui perché questa è una delle tante contraddizioni di questo nostro strano Paese. Questo è lo specchio di ciò che potrebbe accadere in futuro, perché medici che non hanno mai fatto male a nessuno possono essere radiati soltanto per aver espresso la loro opinione… Mentre altri medici che sono stati condannati con sentenze passate in giudicato (per omicidio volontario o reterintenzionale, per lesioni dolose o preterintenzionali, per omicidi colposi o lesioni gravi colpose, per concussione, associazione a delinquere e di stampo Mafioso), sono ancora tutti egolarmente iscritti. Qui bisogna dirlo: la situazione è grave.

Parliamo di procedure da adottare a livello legale. Che cosa possono fare e cosa non possono i genitori per i figli da zero a sei anni prima e da sei a sedici anni dopo?
Le indicazioni che abbiamo dato all’interno del nostro vademecum sono queste: innanzitutto recarsi dal proprio pediatra per farsi prescrivere una serie di esami, che possono essere quelli anticorpali e anche esami di altra natura.
Alcune persone mi hanno detto che in questi giorni sono intervenute sia la circolare del Ministero della Salute, sia una serie di direttive da parte delle ASL che hanno chiamato a raccolta i pediatri e medici per dire loro che non avrebbero dovuto prescrivere alcunché alle nostre famiglie.
Per noi legali dal punto di vista giuridico le circolari, le direttive le linee guida hanno una valenza pressoché nulla. Hanno invece valenza altre cose, hanno evidenza dal punto di vista dei medici il fatto che un medico debba agire secondo scienza e coscienza. C’è questa strana dicotomia tra i medici che sono vogliono continuare ad essere i medici liberi professionisti quando gli fa comodo, ad esempio quando vogliono ricusare i genitori dei bambini che non sono vaccinati, mentre in altre circostanze invece si ritengono dei meri dipendenti, come un pediatra del quale abbiamo una registrazione fatta da una mamma di un bambino che dice testuali parole “io sono dipendente del servizio sanitario nazionale. Se la ASL mi dice di fare questo, io lo faccio perché il mio datore di lavoro e non posso perdere il posto”. Devono decidere come dicevo prima che cosa vogliono fare da grandi.
Se si dovessero ammutinare e volessero ancora ancora i medici, devono sapere che avranno tutto il nostro sostegno. Se il pediatra o il medico non vuole effettuare le prescrizioni, abbiamo già predisposto e inviato insieme alle nostre linee guida a tutti gli associati una raccomandata da inviare sia al medico in questione, sia la direzione dell’ASL.
La legge prevede che il genitore debba comprovare certe cose. Per esempio per i bambini che hanno avuto una delle patologie esantematiche di altra natura e della quale è una prevista denuncia ma i genitori non sono stati in grado di averla fatta per tempo dal medico, devono provarlo attraverso esami anticorpali. lo stesso discorso vale per chi è stato sottoposto ad alcune vaccinazioni quindi potrebbe aver sviluppato l’immunizzazione o anche chi in maniera asintomatica ha sviluppato delle patologie e non si è neanche accorto.
Nei mesi scorsi molte famiglie ci hanno chiamato dicendo di aver effettuato gli esami anticorpali e aver scoperto che il figlio è immune al morbillo piuttosto che alla varicella.

Il secondo è l’invio da parte nostra di una raccomandata sia ai direttori delle scuole, ai responsabili del servizio, qualora sia un asilo di competenza del Comune, e un altro documento invece da inviare a sindaci, direttori sempre delle scuole, responsabili delle Asl, responsabili degli uffici scolastici provinciali, con i quali si mettono in luce alcune anomalie di questa norma: il fatto che sia incostituzionale, che vada a ledere tutta una serie di diritti riconosciuti non solo dalla Costituzione ma si una serie di trattati, convenzioni e patti internazionali.
Questi patti hanno una valenza parificata alle norme costituzionali. Agire in maniera discriminatoria in violazione di questi patti trattati convenzione internazionale dà la possibilità non solo al giudice in sede giurisdizionale, ma qualsiasi soggetto che sia un pubblico ufficiale, di poter disapplicare la norma, in questo caso la legge 119/2017 in quanto rischi di questi dibattiti internazionali.

Il terzo step è quello relativo alla mancanza dei protocolli che sono previsti dalla normativa sulla privacy. In data 1 settembre il garante della privacy ha unicamente autorizzato lo scambio degli elenchi, ma non lo scambio di dati sensibili quali sono certificazioni e esami clinici e quant’altro relativi alla salute dei bambini. Questa è una guerra, a noi spetta solo combatterla con tutti gli strumenti che sono messi a nostra disposizione, dal diritto e dalla medicina.
Manderemo inoltre un altro documento che sarà una autocertificazione da noi redatta con la quale i genitori diranno che sono in corso tutta la serie di esami per accertare lo stato di salute del bambino ed eventualmente l’intervenuta immunizzazione.

Parliamo del consenso ad effettuare la vaccinazione.
Il consenso non può essere richiesto se non nell’immediatezza della prestazione. Il fatto che venga chiesto a distanza dai 15 giorni ad un anno prima il consenso per una prestazione sanitaria è una cosa aberrante che non alberga nell’ambito del diritto e della scienza. Una volta concesso può essere revocato in qualsiasi momento. Un genitore che cambia idea non commette nessun reato ma esercita il suo diritto previsto dalla costituzione, previsto dalla vigente normativa, previsto dalla convenzione di Oviedo e da una serie di trattati internazionali.
Nessuno ha il diritto di chiedere ai genitori di anticipare la produzione documentale rispetto quelli che sono i termini indicati dalla legge. Il direttore didattico responsabile del servizio non ha alcun titolo per valutare la documentazione medico scientifica che viene depositata: certificati delle vaccinazioni, certificati di esonero, di differimento e altri documenti di natura
sanitaria. La norma prevede che debbano inviarli entro i 10 giorni successivi all’Asl la quale a sua volta li valuterà ed entro i 10 giorni successivi invierà al direttore didattico responsabile servizio un elenco di bambini che non sono in regola. Solo in questo momento il direttore didattico potrà escludere il bambino dall’asilo o dalla scuola materna. I metodi di esclusione ancora non sono chiari ma noi avvocati ci attiveremo presto in merito.

Paliamo di Reazioni avverse. Cosa fare quando succedono e il pediatra rassicura il genitore dicendo che passeranno?
Le linee guida attuali sulle reazioni avverse sono assolutamente carenti. Ogni anno hanno cercato di eliminare qualcosa e sono in aperta contraddizione, non solo con la medicina in generale e la logica, ma sono in aperta violazione di quello che c’è scritto nei foglietti illustrativi e nelle schede tecniche dei vaccini. Se si vanno a vedere le schede tecniche di vaccini o i bugiardini troverete scritte tutta una serie di reazioni avverse a quel singolo farmaco che non sono considerate tali nelle linee guida. In presenza di quelle che sono notoriamente delle reazioni avverse anche le più minime si va dal pediatra o al pronto soccorso e si fa vedere che cosa è successo; purtroppo loro non sono naturalmente obbligati a dire che quella reazione avversa è dovuta al vaccino.
La cosa che possiamo fare e imporre al medico è quella di certificare che in quel giorno ed in quella data guarda caso lo stesso giorno, il giorno dopo, due giorni dopo la vaccinazione, il bambino
ha presentato delle reazioni avverso.
Se si rifiutano si fa una denuncia alla procura della Repubblica per il tramite di carabinieri.

A livello di sanzioni cosa ci può dire?
A carattere generale la norma prevede che siano sanzioni che vanno da 100 a 500 €… quindi, a livello di cornice edittale, in realtà le sanzioni sono ricondotte tra 1/3 del massimo e il doppio del minimo quindi tra 166,67 € e 200 €. Dovrebbero essere erogate a vaccino. Le sanzioni sarebbero aumentate a seconda della gravità della violazione. Nel momento in cui arriveranno comunque ci si dovrà comportare esattamente come avviene per le sanzioni legate alle contravvenzioni al codice della strada ovverosia dovranno passare 60 giorni per poter fare ricorso al giudice di pace. Si consiglia di non provvedere al pagamento perché questo potrebbe invalidare la possibilità di fare ricorso in sede di ricorso.

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